Rudolph la renna

Cosa vuol dire normale? Se qualcuno ha una caratteristica diversa da quelli di tutti gialtri dev’essere considerata un difetto? Probabilmemte se impariamo a vedere meglio, anche ciò che ci appare strano e inutile, perfino dannoso, può rivelarsi utile ed efficace. A  noi imparare e a vederne la positività.

renna

 

Ogni anno Babbo Natale si recava nel freddo Nord, alla ricerca degli animali più forti e più veloci per trasportare la sua enorme slitta. Da quelle parti viveva una famiglia di renne con cinque piccoli. Il più giovane si chiamava Rudolph ed aveva una particolarità: quando il suo piccolo cuore di renna batteva un po’ più forte per l’agitazione, il suo naso diventava rosso come il sole del tramonto. Ugualmente, se era allegro o arrabbiato, il naso di Rudolph si illuminava in tutto il suo splendore. I suoi genitori ed i suoi fratelli lo amavano ugualmente, ma le altre piccole renne lo prendevano in giro. “Questo è Rudolph con il naso rosso” dicevano, e ballavano attorno a lui, additandolo con i loro piccoli zoccoli. Il povero Rudolph correva a casa e piangeva amaramente, per ore ed ore. Intanto, come ogni anno, si avvicinava la visita di Babbo Natale. In tutte le famiglie di renne i giovani si facevano belli. Le loro pellicce venivano a lungo strigliate e spazzolate fino a che non rilucevano del colore del rame, le corna venivano pulite con la neve finchè non risplendevano alla fioca luce degli inverni del nord. Finalmente arrivò il gran giorno. In un piazzale gigantesco, dozzine di renne, impazienti e nervose, raspavano con i loro zoccoli ed emettavano richiami belli ed allo stesso tempo terrificanti per impressionare i concorrenti. Tra di loro c’era anche Rudolph. Puntualmente Babbo Natale atterrò con la sua slitta trainata solo da Donner, il suo fedele caporenna. Babbo Natale si mise subito al lavoro ed esaminò ogni animale, borbottando di continuo sotto la sua lunga barba bianca. Quando arrivò il turno di Rudolph, il suo naso diventò incandescente per l’agitazione. Babbo Natale sorrise bonariamente e scosse la testa. “Sei grande e robusto”, disse”ma purtroppo non posso sceglierti… I bambini potrebbero spaventarsi vedendo il tuo naso”. La tristezza ed il dolore di Rudolph non avevano limiti. Più veloce che poteva, corse via, fino a sparire nel bosco. Venne di nuovo Natale. Il tempo, intanto, andava sempre più peggiorando. Quando la Fata del Tempo consegnò a Babbo Natale il bollettino meteorologico, questi alzò lo sguardo preoccupato al cielo e sospirò: “Come potrò trovare la strada per arrivare alle case dei bambini?”. Quella notte non riuscì a dormire. Cosi’ indossò il mantello, gli stivali ed il cappello, attaccò Donner alla slitta ed usci’. Intanto cominciò a nevicare cosi’ fittamente che Babbo Natale riusciva a malapena a vedere. Ad un tratto si accorse di una luce rossa che illuminava intensamente una parte del bosco sottostante. Babbo Natale scese per vedere di cosa si trattasse. Riconobbe il giovane Rudolph ed ebbe un’idea! “Salve” – disse – Che cosa ne pensi di correre davanti alla mia slitta e di mostrarmi così la strada per raggiungere i bambini?”. Naturalmente la renna accettò entusiasta! E cosi Rudolph divenne il caposlitta di babbo Natale ed il giorno successivo venne festeggiato da tutte le renne come un eroe.

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