Epifania

Altare del duca Rachis, Adorazione dei Magi
Adorazione dei Magi, Cividale del Friuli, Duomo di Santa Maria Assunta, L’altare di Ratchis.

Cammineranno i popoli alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.

Is 60,3

Nei primi momenti della Chiesa antica ogni “giorno del Signore” (corrisponde alla nostra domenica) era in ricordo della sua resurrezione. Infatti il giorno della morte di apostoli e martiri era dedicato alla loro festa. Nella Bibbia solo i faraoni e gli empi festeggiavano il compleanno. Ma non appena si sviluppò la riflessione teologica sulla persona di Gesù Cristo, sulle opere, la crocifissione, la morte e la resurrezione si sviluppò anche la riflessione sulla sua INCARNAZIONE, pur non ritenendo rilevante la data.
Sull’incarnazione ci furono due posizioni:
– quella eretica che ritiene Gesù adottato da Dio nel momento del battesimo;
– quella di Basilide (dott. gnostico del 2° sec.) secondo cui Gesù è figlio di Dio dal concepimento per opera dello Spirito Santo.
I seguaci di Basilide festeggiavano il battesimo di Gesù il 6 gennaio, quando nel mondo pagano si festeggiava Dioniso (per l’allungarsi delle giornate) mentre ad Alessandria in quel giorno consacrato ad Osiride si celebrava la nascita di Eone e si diceva che nella notte del 5/6 gennaio le acque del Nilo acquistassero una forza prodigiosa. La scelta di questa data per il battesimo di Gesù fu fatta per proclamare di fronte ai pagani che il vero essere divino manifestatosi sulla terra era Cristo, entrato nel mondo sulle rive del Giordano, annunciato dalla voce di Dio “Tu sei il mio figlio prediletto” (Mt 3,16-17).

Nella prima metà del IV sec. la Chiesa d’oriente celebrava l’Epifania come nascita di Gesù (notte fra il 5/6) e il suo battesimo il 6 gennaio.
E’ stato ritrovato in Egitto un foglio di papiro proprio di questo periodo (inizio 4° sec.) datato 5/6 gennaio sul quale sono state rilevate molte impronte digitali (perciò molto utilizzato): è la più antica liturgia natalizia che possediamo.

Dalla Siria ci giungono documenti del padre della Chiesa Ephrem (4° sec.) sulla festa del 6 gennaio: ogni casa veniva decorata con corone (prima forma di albero di natale?), celebrando nella notte del 5 la nascita di Gesù, l’adorazione dei pastori, l’apparizione della stella e il giorno seguente i Magi, il battesimo nel Giordano, il miracolo di Cana.

Ci restano anche i racconti di una nobile pellegrina di nome Eteria che narra il particolare splendore delle celebrazioni di quella notte, della processione alla grotta di Betlemme nella quale il vescovo celebrava la messa notturna.

“All’alba il corteo torna a Gerusalemme nella chiesa della Risurrezione, che risplende alla luce di migliaia di candele, per cantare salmi e orazioni. Dopo qualche ora di riposo, a mezzogiorno ricomincia la festa.”.


Nel giorno in cui il mondo pagano celebrava Eone e l’allungarsi delle ore di luce, i cristiani festeggiavano l’apparizione di Cristo nel mondo, l’ingresso della luce nelle tenebre. In queste strutture liturgiche è già presente tutto il pensiero cristiano della nostra festa del Natale.


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