La guarigione di un lebbroso - Duomo di Monreale - Palermo]

Ne ebbe compassione e lo toccò

Un commento al Vangelo della VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) di Don Agostino Rota Martir.

La guarigione di un lebbroso - Duomo di Monreale - Palermo]
La guarigione di un lebbroso – Duomo di Monreale – Palermo

Il testo del Vangelo Mc 1,40-45

In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.


Il commento di Don Agostino Rota Martir

Domenica scorsa, terminata la Messa, una signora mi chiede se posso confessarla. Accetto e ci accomodiamo su una panca della Chiesa, ormai deserta e silenziosa. Confessa i suoi peccati, poi iniziamo a riflettere sul vangelo di questa domenica e da subito mi accorgo che alcuni passaggi della mia predica, l’avevano lasciata un pochino dubbiosa e perplessa. La signora sa che vivo con i Rom: “ma come è possibile avere compassione dei rom, dei clandestini quando questi se ne approfittano, sfruttano i loro stessi bambini..rubano, fanno razzie  nelle nostre case? Ormai ci dobbiamo difendere da costoro! Ma come farlo da cristiani?”

Il vangelo di questa domenica è il racconto del lebbroso che incontra Gesù: “Se vuoi puoi purificarmi!“, è la sua sola richiesta. Non domanda per sè la guarigione dalla lebbra, cosa del tutto comprensibile, chiede di essere purificato, condizione essenziale per riprendere il rapporto con Dio, interrotto a causa del contagio della lebbra, anzi castigato da Dio stesso. Era un impuro, e proprio per questo “messo fuori” dalla città, al margine, uno scarto della stessa società, condannato a gridare questa sua condizione lungo la strada, a non toccare anima viva e pura.

Regole imposte dai puri, dai sani per difendersi e tutelarsi. Ieri come oggi. Quante regole, quante ordinanze emanate per salvaguardare i buoni e distinguersi dai cattivi e creano altre esclusioni, le fomentano, invece di combatterle. I migranti oggi sono visti spesso come portatori di malattie, raccolti in veri centri di detenzione, quante le associazioni incaricate a controllare gli “scarti”, anche per tenerli a debita distanza di  sicurezza..sì, è vero toccano le loro vite, ma senza compassione.  Quanti accampamenti di Rom fuori le nostre città, visti con diffidenza e sospetto e esclusi da ogni possibile compassione, anzi, guai a mostrare compassione verso di loro. Mentre Dio non scarta proprio nessuno, neanche il lebbroso che in nome di una obbedienza “sacra”, scandalosamente è messo fuori dalla comunità dai sacerdoti stessi: in nome di una falsa fedeltà a Dio.

” Ne ebbe compassione, tese la mano e lo toccò..”

È questa la Buona Notizia che Gesù racconta e rivela..grazie anche alla disobbedienza di questo lebbroso che contagia lo stesso Gesù a fare un’altro gesto, decisamente disobbediente: muoversi a compassione e toccarlo con la mano, gesto proibito e scandaloso. A volte Dio può rivelare la sua Volontà più attraverso un gesto di trasgressione, che ad una fedeltà fredda, meschina e distante. Un’obbedienza priva di compassione non apre cammini nuovi, a differenza della compassione (patire-con) che arriva a superare barriere e steccati di ogni genere. Sappiamo essere
“compassionevoli disobbedienti”? Mi affascina questo Dio capace di trasgressioni feconde… si ripete spesso quando ci confessiamo: Dio ha compassione di ognuno di noi, non si schifa delle nostre lebbre, ma continua a stendere la sua mano e ci tocca..è un Dio che per amore trasgredisce la legge dei “buoni e puri”, ancora oggi pronti a rinchiudere il suo Vangelo negli steccati del buon senso e della sicurezza. Costoro sarebbero capaci anche di emanare ordinanze per obbligare Dio a non mischiarsi troppo e a tenere le dovute distanze con chi disturba la tranquillità, non si integra alle regole.

”Tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti..”

Pericolo, non toccare!

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