Ticli Dino, Uno sciopero straordinario

Babbo Natale, Santa Klaus, Pubblicità della Coca-Cola del 1964
Babbo Natale, Santa Klaus, Pubblicità della Coca-Cola del 1964

Il fatto e’ accaduto tanti anni fa quando ancora gli scioperi non erano molto conosciuti. Possiamo perciò considerarlo come il primo vero sciopero della storia. Una storia un po’ strana, però; infatti a protestare furono tutti i Babbo Natale della Terra. Ecco perché. Allora come oggi, durante l’intero anno, nel loro rifugio al Polo Nord, i Babbo Natale preparavano con cura i regali, ed esaminavano ogni lettera ricevuta per essere pronti a distribuire i doni ad ogni dicembre. E’ un lavoro che hanno sempre saputo svolgere con precisione. Possiedono infatti numerosi mezzi di trasporto adatti per andare in ogni luogo della Terra. Il Babbo Natale che compie il suo giro in Africa viaggia su un calesse trainato da quattro magnifici struzzi. Quello che va in Asia sta comodamente seduto in un baldacchino sulla groppa di un elefante. Una bella slitta trainata da renne, abituate al freddo, e usata dal Babbo Natale che viene da noi in Europa. Naturalmente un magnifico canguro, che oltretutto possiede una borsa capiente sulla pancia, trasporta il Babbo Natale australiano. Numerosi altri sono i mezzi che usano, ma li lascio immaginare a voi. Purtroppo in quel lontano periodo stava accadendo qualcosa di molto preoccupante che mise presto in subbuglio l’intero Polo Nord. – è proprio una brutta situazione – disse il Babbo Natale addetto a distribuire doni in Cina, con i suoi panda da traino al suo fianco.
– Lo sapete anche oggi l’orso postino ha portato pochissime lettere?
– Purtroppo sì… e pensare che lo scorso anno ne ricevevamo centinaia ogni giorno – disse il Babbo africano strigliando il dorso delle sue zebre.
– Per non dire di alcuni anni fa, quando eravamo sommersi dalle richieste dei bambini – aggiunse quello americano.
– Sono veramente troppo poche queste lettere – intervenne quello giapponese sollevando una manciata di fogli, – e oltretutto bisogna considerare che almeno la metà le ha scritte il nostro buon orso postino che non sopporta di vederci così giù di morale.
– Davvero? – domando sorridendo quello europeo.
– Ma certo! Senti questa cosa dice: “Caro Babo Nattale, sonno un banbinno di sete anni e desiddero richevere ha Nattale una bela e sugossa bisteca di balena che non lo mai sagiata“.
– Hai ragione – esclamo’ sorridendo a quelle parole, – nessun altro avrebbe saputo scrivere una simile lettera.
– Ma che cosa sta succedendo?
– Ve lo dico io: i bambini non credono più che Babbo Natale esista e perciò hanno smesso di scriverci.
– Ma come mai? Chi li ha convinti di questo?
– Cosa vuoi, i genitori non hanno più la pazienza di raccontare ai bambini la storia di Babbo Natale   . E poi in quest’era moderna, dove le carrozze sfrecciano a destra e a sinistra, dove centinaia di velieri solcano i mari, la gente corre indaffarata, i castelli e i palazzi sorgono come funghi, chi vuoi che abbia voglia e tempo di credere a noi? – Ma se nessun bambino ci scrive più, come faremo a portare loro i regali che desiderano? – E infatti, anche quest’anno, solo pochi riceveranno i doni: quelli che ci hanno scritto e i bambini più ricchi, perché ai loro genitori non interessa Babbo Natale. – Che brutta cosa! – Terribile, dico io! – Bisogna porvi rimedio! – Già, e come? – Protestiamo! – Protestiamo? – Certo! Con uno sciopero: quest’anno non porteremo i doni a nessuno. – Hai ragione! – Davvero! Inoltre stamperemo tanti volantini che distribuiremo con i nostri mezzi di trasporto, in tutta la Terra. Scriveremo così: “Babbo Natale quest’anno sciopera, perché nessuno vuole più credere in lui”. E lo fecero davvero. Quell’anno i bambini di tutto il mondo ci rimasero molto male per non aver ricevuto neanche un dono; ma alla fine piccoli e grandi capirono i loro errori e furono davvero felici di avere riscoperto Babbo Natale, con il quale si scusarono di cuore, inviando fiumi di lettere. E i Babbo Natale, commossi, l’anno successivo portarono il doppio di regali. Da allora tutto e tornato normale, anche se girano brutte voci che dicono che l’orso postino da un po’ di tempo a questa parte abbia ricominciato a scrivere lettere a Babbo Natale.

Dino Ticli

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