Mons. Proaño con indios del popolo Puruhà

“Se le Beatitudini non sono utopia.., né scoraggiati, né rassegnati”

“Se le Beatitudini non sono utopia.., né scoraggiati, né rassegnati”. Una riflessione sul Vangelo della IV Domenica del Tempo Ordinario  (Anno A 29 Gennaio 2017) proposta dalla prof.ssa Daniela Negri e pubblicata sulla Vita Cattolica settimanale della Diocesi di Cremona.

Indios Puruhá, Ecaudor
Indios Puruhá, Ecaudor

Il Vangelo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Mt 5,1-12


La riflessione

Mons. Proaño con indios del popolo Puruhà
Mons. Proaño con indios del popolo Puruhà

“Se le Beatitudini non sono utopia.., né scoraggiati, né rassegnati.” Alle prime ore del giorno già arrivano a piedi, a cavallo, pigiati nei cassoni di vecchi camion. Sono indios del popolo Puruhà, etnia preincaica dell’Ecuador, indossano i tradizionali ponchos rossi, uomini donne bambini, la pelle del viso cotta dal sole e dal vento, avanzano a testa bassa come a proteggersi dal freddo: a 3000 metri sulle Ande, il sole brucia, ma il vento penetra nelle ossa. In breve tutta la spianata si riempie di migliaia di persone; vedo un mare di tradizionali cappelli in feltro di fronte al palco dove si attendono le autorità ancora una volta in ritardo all’appuntamento con la storia costruita dal basso, fatta di millenarie ingiustizie, di terre sottratte, di diritti mai riconosciuti, come quello all’acqua. L’epidemia di colera ha fatto troppe vittime nella Provincia del Chimborazo, proprio per il mancato accesso all’acqua potabile, povertà e dolore hanno raggiunto livelli insostenibili: la mortalità infantile è al 28%, l’81% degli indigeni vive in povertà. “L’uomo sfinito ha bisogno di un vero amico per non dubitare dell’amore dell’Onnipotente. Non siate ingiusti” (Giobbe). Ed è questa la terra del “vescovo degli indios”, Mons. Proaño : ha creduto nei poveri oppressi perchè “così è credere nei semi del Verbo”. Il TAITA DIOS da lui predicato nelle lingue indigene lo ha portato anche in carcere, ma“beati sono i perseguitati a causa della giustizia” e la sua memoria è più viva che mai. Le comunità si ribellano nelle forme non violente proprie della loro cultura, dignità e mitezza nelle loro proteste. Come volontari internazionali ci facciamo compagni di strada, ascoltando il grido degli esclusi, e il progetto dell’acquedotto di Jatumpamba diventa realtà grazie alle tante ore di lavoro gratuito e comunitario degli stessi indigeni, al supporto tecnico ed economico di chi crede in un Dio che ama il suo sogno di un’umanità felice. Il Movimento Laici America Latina , ong di ispirazione cristiana, avvia un più ampio processo di sviluppo comunitario, rispettoso del “diritto alla differenza” delle culture “altre”. Le autorità salutano con discorsi ufficiali l’opera di canalizzazione e forse il Ministero degli Esteri italiano ricorderà di non aver mai risposto alle numerose richieste, nonostante l’Accordo di cooperazione tecnica con il Governo del Paese. Una delle tante promesse mancate che si fanno ai “senza potere”, agli ‘anawin di ogni epoca, ma il Dio che apprezza gli umili sarà fedele alle sue promesse. E se davvero, nel giorno che deve venire, ci venisse chiesto, “non quanta speranza avremo saputo predicare, ma con chi avremo saputo sostenere l’attesa” (P. Sequeri)?


Daniela Negri

Prof.ssa Daniela Negri
Prof.ssa Daniela Negri

Daniela Negri, già docente di Lettere presso il Liceo scientifico “ASELLI”, volontaria per il MLAL – ONG di VERONA  – in progetti di Cooperazione internazionale in America Latina, socia fondatrice della Cooperativa NONSOLONOI  e Presidente della stessa dal 1995 al 2005, coordinatrice dei Corsi sulle Economie alternative promossi dalla Cooperativa in città dal 1997 al 2004 , Responsabile del Gruppo Missionario della Parrocchia di S. ABBONDIO, docente di Corsi di lingua e cultura italiana presso l’Associazione Latinoamericana – ALAC – di Cremona .

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